sabato 10 marzo 2012
Due giornate di viaggio allontanano l'uomo (specie l'uomo giovane le cui radici sono ancora poco abbarbicate alla vita) dal mondo di tutti i giorni, da quelli che egli considerava doveri, interessi affanni, previsioni, assai più di quanto non abbia immaginato mentre la carrozza lo portava alla stazione.
Lo spazio che rotando e fuggendo si dipana tra lui e la sua residenza sviluppa forze che di solito si credono riservate al tempo, di ora in ora provoca mutamenti interiori molto simili a quelli attuati dal tempo, che però in certo modo li superano.
Come quest'ultimo, esso genera oblio, ma lo fa staccando la persona dai suoi rapporti trasportando l'uomo in uno stato di libertà originaria... anzi, trasforma in un baleno persino il pedante borghese in una specie di vagabondo. Il tempo, si dice, è oblio, ma anche l'aria delle lontananze è un filtro dello stesso genere, e se anche dovesse agire meno a fondo, in compenso lo fa con maggiore rapidità.
Thomas Mann, La montagna incantata - 1924
giovedì 16 febbraio 2012
Lago de la Croix
Valle di Champorcher, Colle e Lago de la Croix
Per raggiungere il punto di partenza di questa escursione, lasciamo l'autostrada A5 per Aosta al casello di Pont St.Martin, all'uscita si svolta a sinistra e si segue per Champorcher, passando i paesi di Donnas, Bard e Hone.
Giunti a Champorcher, all'altezza del parcheggio (sulla sinistra) si svolta a destra in direzione Dondena/Lago Miserin.
Si risale la strada fino al fondo e quando si trova il cartello in legno che segna l'inizio del sentiero che porta al Rifugio Barbustel, si parcheggia lungo la carreggiata e si imbocca il suddetto sentiero, ossia il n.10
L'inizio del sentiero 10 è abbastanza irto, ma sarà, diciamo, il riscaldamento per questa bella escursione, che ci darà modo di raggiungere un posto molto suggestivo e tranquillo.
Proseguiamo dunque sul sentiero n.10 ammirando ruscelli e fiori fino al raggiungimento del Rifugio Muffè, dove magari ci concediamo un attimo di ristoro, un caffè e il rifornimento di acqua fresca.
Due foto all'omonimo lago, che dista due passi dal rifugio e poi ripartiamo risalendo sempre il sentiero 10 fino al bivio con la diramazione 10C sulla destra.
Il sentiero 10C ci conduce al Colle de la Croix, ambiente incontaminato, dal quale ci stacchiamo scendendo sulla sinistra, orientandosi verso il sentiero n.4
Da li a poco ci si trova in questo solitario lago che a seconda del periodo dell'anno si presenta più o meno imponente
Il consiglio è quello di visitarlo appena passato l'inverno o comunque entro la primavera, per avere la possibilità di vederlo nella suo massima consistenza
DETTAGLI ESCURSIONE:
Partenza: Strada per Dondena
Tempo di salita: 1h 45min
Difficoltà: E
Segnavia:10 - 10CPer raggiungere il punto di partenza di questa escursione, lasciamo l'autostrada A5 per Aosta al casello di Pont St.Martin, all'uscita si svolta a sinistra e si segue per Champorcher, passando i paesi di Donnas, Bard e Hone.
Giunti a Champorcher, all'altezza del parcheggio (sulla sinistra) si svolta a destra in direzione Dondena/Lago Miserin.
Si risale la strada fino al fondo e quando si trova il cartello in legno che segna l'inizio del sentiero che porta al Rifugio Barbustel, si parcheggia lungo la carreggiata e si imbocca il suddetto sentiero, ossia il n.10
L'inizio del sentiero 10 è abbastanza irto, ma sarà, diciamo, il riscaldamento per questa bella escursione, che ci darà modo di raggiungere un posto molto suggestivo e tranquillo.
Proseguiamo dunque sul sentiero n.10 ammirando ruscelli e fiori fino al raggiungimento del Rifugio Muffè, dove magari ci concediamo un attimo di ristoro, un caffè e il rifornimento di acqua fresca.
Due foto all'omonimo lago, che dista due passi dal rifugio e poi ripartiamo risalendo sempre il sentiero 10 fino al bivio con la diramazione 10C sulla destra.
Il sentiero 10C ci conduce al Colle de la Croix, ambiente incontaminato, dal quale ci stacchiamo scendendo sulla sinistra, orientandosi verso il sentiero n.4
Da li a poco ci si trova in questo solitario lago che a seconda del periodo dell'anno si presenta più o meno imponente
Il consiglio è quello di visitarlo appena passato l'inverno o comunque entro la primavera, per avere la possibilità di vederlo nella suo massima consistenza
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mercoledì 15 febbraio 2012
Rifugio Dondena
Valle di Champorcher, tra pascoli e marmotte
Per raggiungere il punto di partenza è necessario uscire dall'autorstrada A5 per Aosta subito al casello di
Pont St.Martin, seguire l'indicazione per Donnas, poi Bard, infine svoltare a sinistra oltrepassandi il ponte sulla Dora Baltea in direzione di Hone.
Da Hone seguire per Champorcher, dove si arriva dopo circa 15 km si dovrà svoltare a destra in direzione Lago Miserin / Dondena, la si percorre risalendo fino a quando la strada diventerà sterrata, in quest'ultimo tratto di strada asfaltata si parcheggia il mezzo e si proseguirà nella medesima direzioni a piedi.
Zainetto in spalla e scarpe comode, non necessariamente da trekking, vista la praticità del percorso, anche se comunque un buon paio di scarponcini non guastano affatto.
La strada che da asfaltata diventa sempre più sterrata e pietrosa ci conduce attraverso prati e vallate fiorite al Rifugio Dondena, nell'omonima località ormai disabitata. Ampi spazi e silenzio vengono spesso solcati dai fischi delle marmotte che qui a circa 2000mt. hanno il loro abitat ottimale, da qualche anno la conca di Dondena è stata inserita nel Parco Naturale del Monte Avic.
Come detto, il percosrso, dal parcheggio al Rifugio Dondena, ex casa di caccia del Re Vittorio Emanuele (dove è eventualmente possibile pranzare) è quasi totalmente pianeggiante e ci dà modo di scrutare le vette e ritrovare, stradafacendo, i resti di antiche casette e casereme risalenti all'epoca del fascismo.
Dopo pranzo rilassati e sdraiati al sole, condividiamo i prati anche con simpatici amici...
Oltre il Rifugio la strada risale e, in circa un'ora e mezza, ci condurrà al famoso Lago Miserin a 2578mt.col suo caratteristico Santuario della Madonna delle Nevi, ma sarà meta di una prossima escursione.
DETTAGLI ESCURSIONE:
Partenza: dalla carreggiata che porta a Dondena
Tempo di salita: 2h circa
Difficoltà:TCavalli pascolano al Rifugio Dondena, 2192mt. |
Pont St.Martin, seguire l'indicazione per Donnas, poi Bard, infine svoltare a sinistra oltrepassandi il ponte sulla Dora Baltea in direzione di Hone.
Da Hone seguire per Champorcher, dove si arriva dopo circa 15 km si dovrà svoltare a destra in direzione Lago Miserin / Dondena, la si percorre risalendo fino a quando la strada diventerà sterrata, in quest'ultimo tratto di strada asfaltata si parcheggia il mezzo e si proseguirà nella medesima direzioni a piedi.
Zainetto in spalla e scarpe comode, non necessariamente da trekking, vista la praticità del percorso, anche se comunque un buon paio di scarponcini non guastano affatto.
La strada che porta al Rifugio |
Come detto, il percosrso, dal parcheggio al Rifugio Dondena, ex casa di caccia del Re Vittorio Emanuele (dove è eventualmente possibile pranzare) è quasi totalmente pianeggiante e ci dà modo di scrutare le vette e ritrovare, stradafacendo, i resti di antiche casette e casereme risalenti all'epoca del fascismo.
Dopo pranzo rilassati e sdraiati al sole, condividiamo i prati anche con simpatici amici...
Oltre il Rifugio la strada risale e, in circa un'ora e mezza, ci condurrà al famoso Lago Miserin a 2578mt.col suo caratteristico Santuario della Madonna delle Nevi, ma sarà meta di una prossima escursione.
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Punta Regina
In Val d'Ayas ricordando Tolstoj
L'escursione alla Punta della Regina, in Val d'Ayas, impegna l'escursionista per circa un paio d'ore per un dislivello di circa 550mt. Non troppo impegnativa dunque, benchè sia classificato come percorso E.
Il tratto più impegnativo è quello finale (segnavia 7A) che raggiunge a zig-zag la vetta.
Due sono i personaggi storici che "rievoca" questa escursione, la Regina Margherita che salì in cima a questa montagna verso al fine dell'Ottocento, e che da il nome alla Punta, e lo scrittore russo Tolstoj, che attraversò il Colle Ranzola, da Gressoney in direzione Brusson.
Noi, al contrario arriviamo da Brusson, essendo usciti al casello autostradale di Verrés, risalita la strada e giunti appunto nel paese, svolteremo a destra in direzione Estoul, fino a trovare il grande parcheggio sulla sinistra dove parcheggeremo. (Volendo si può provare a seguire ancora in auto e tentare un parcheggio più avanti al fine di risparmiare tempo e strada a piedi, poi la strada diventa non accessibile alle auto, diciamo che al parcheggio il posto è assicurato)
Lasciata l'auto al parcheggio, proseguiremo a piedi sulla strada asfaltata, nella stessa direzione fintanto che la strada non diventerà sterrata.
Proseguiremo sul sentiero n.7 e poco prima di raggiungere l'alpeggio Finestra si svolta a sinistra e si sale fino al raggiungimento del colle Ranzola a quota 2170mt.
Al Colle Ranzola avremo modo di vedere, oltre alla statua della Madonna, anche la targa commemorativa del passaggio del famoso scrittore russo che recita:
La statua della Madonna, troneggia su di un muretto in pietro che costeggia e segna il sentiero n.7A nonchè la nostra direzione di marcia.
Proseguendo in salita è il momento di raggiungere finalmente la nostra destinazione, che ci consentirà dii ammirare un ampio panorama con la catena del Monte Rosa.
DETTAGLI ESCURSIONE:
Partenza: dal parcheggio di Estoul
Tempo di salita: 2h circa
Difficoltà: E
Segnavia: 7 e 7AL'escursione alla Punta della Regina, in Val d'Ayas, impegna l'escursionista per circa un paio d'ore per un dislivello di circa 550mt. Non troppo impegnativa dunque, benchè sia classificato come percorso E.
Il tratto più impegnativo è quello finale (segnavia 7A) che raggiunge a zig-zag la vetta.
Due sono i personaggi storici che "rievoca" questa escursione, la Regina Margherita che salì in cima a questa montagna verso al fine dell'Ottocento, e che da il nome alla Punta, e lo scrittore russo Tolstoj, che attraversò il Colle Ranzola, da Gressoney in direzione Brusson.
Noi, al contrario arriviamo da Brusson, essendo usciti al casello autostradale di Verrés, risalita la strada e giunti appunto nel paese, svolteremo a destra in direzione Estoul, fino a trovare il grande parcheggio sulla sinistra dove parcheggeremo. (Volendo si può provare a seguire ancora in auto e tentare un parcheggio più avanti al fine di risparmiare tempo e strada a piedi, poi la strada diventa non accessibile alle auto, diciamo che al parcheggio il posto è assicurato)
Lasciata l'auto al parcheggio, proseguiremo a piedi sulla strada asfaltata, nella stessa direzione fintanto che la strada non diventerà sterrata.
Sullo sfondo la tondeggiante Punta Regina, 2388mt |
Proseguiremo sul sentiero n.7 e poco prima di raggiungere l'alpeggio Finestra si svolta a sinistra e si sale fino al raggiungimento del colle Ranzola a quota 2170mt.
Al Colle Ranzola avremo modo di vedere, oltre alla statua della Madonna, anche la targa commemorativa del passaggio del famoso scrittore russo che recita:
Su questo colle transitò il 20 Giugno 1857 il grande poeta Tolstoy
"...partiti alle sei da Gressoney
saliti fino ad una cappella...
aria pura e rarefatta
suoni chiari sui monti
un ragazzo canta, discesa.
Aromi, odori di segala e melissa
canto di cuculo sui monti."
Pace. Brusson
Lev Nikolaevic Tolstoy
'dai diari giovanili'
Statua della Madonna al Colle Ranzola, 2171mt. |
La statua della Madonna, troneggia su di un muretto in pietro che costeggia e segna il sentiero n.7A nonchè la nostra direzione di marcia.
Proseguendo in salita è il momento di raggiungere finalmente la nostra destinazione, che ci consentirà dii ammirare un ampio panorama con la catena del Monte Rosa.
In cima alla Punta Regina |
Veduta dalla Punta Regina a 2388mt |
giovedì 9 febbraio 2012
Lago di Cignana
Valtournenche, al Lago di Cignana ma non solo...
Uscendo dall'autostrada TO-AO al casello Chatillon-St. Vincent seguire in direzione Cervinia,
superare i paesi di Anthey St. André, Mayen e prima di giungere al paese di Valtournenche, svoltare a sinistra in direzione Valmartin dove troveremo parcheggio.
Individuare il sentiero che sale (è il numero 6 o Alta Via 1).
Risalendo il sentiero si giunge a una piccola centrale elettrica in località Promorom e proseguendo ad un certo punto, davanti a noi compariranno delle casette in pietra.
Si tratta del vecchio e abbandonato alpeggio di Falegnon, singolare l'attraversamento tra le casette, alcune anche aperte a quota 1912.
Per gli amanti della fotografia, qui si possono coglierre degli spunti interessanti.
Proseguire sempre sul medesimo sentiero fino a giungere nei pressi del lago Cignana, riconoscibile facilmente dalla diga che lo "trattiene". Da qui in avanti non è raro incontrare delle famigliole di marmotte!
Se invece il relax non è il nostro obbiettivo, ma pretendiamo di più, il sentiero 6 ci permette di più!
Continua ancora in salita fino a raggiungere quota 2700 laddove è addirittura difficile seguirlo se non orientandosi cercando i segni gialli sulle rocce.
Qui diciamo che il percorso si fa irto e duro, non è per tutti, ma con attenzione e sforzo fisico è possibile raggiungere con ancora un ora e mezza delle vette e dei laghi, il Balanselmo, il Gran Lago, il lago Dragone che offriranno uno spettacolo in un ambiente incontaminato dove regnano nella quiete di queste alture diverse specie animali, tra cui la pernice bianca, molto timorosa e difficilissima da fotografare...
In prossimità del lago Balanselmo si trova il Bivacco Manenti che offre rifugio per due persone.
DETTAGLI ESCURSIONE:
Partenza: da Valmartin
Tempo di salita: 2h 30m circa al Lago Ciggnana + 1h circa al Gran Lago
Difficoltà: E
Segnavia: 6
Gran Lago, 2878 mt |
Uscendo dall'autostrada TO-AO al casello Chatillon-St. Vincent seguire in direzione Cervinia,
superare i paesi di Anthey St. André, Mayen e prima di giungere al paese di Valtournenche, svoltare a sinistra in direzione Valmartin dove troveremo parcheggio.
Individuare il sentiero che sale (è il numero 6 o Alta Via 1).
Risalendo il sentiero si giunge a una piccola centrale elettrica in località Promorom e proseguendo ad un certo punto, davanti a noi compariranno delle casette in pietra.
Falegnon, 1912 mt |
Per gli amanti della fotografia, qui si possono coglierre degli spunti interessanti.
Proseguire sempre sul medesimo sentiero fino a giungere nei pressi del lago Cignana, riconoscibile facilmente dalla diga che lo "trattiene". Da qui in avanti non è raro incontrare delle famigliole di marmotte!
Diga sul Lago Cignana, 2158 mt |
A questo punto l'escursione potrebbe anche concludersi qui, attorno allo splendido lago dal colore veramente intenso e possibile riposarsi, fotografare ancora, visitare la chiesetta e passare una giornata fantastica e rilassante.
Lago Cignana, 2158 mt |
Continua ancora in salita fino a raggiungere quota 2700 laddove è addirittura difficile seguirlo se non orientandosi cercando i segni gialli sulle rocce.
Qui diciamo che il percorso si fa irto e duro, non è per tutti, ma con attenzione e sforzo fisico è possibile raggiungere con ancora un ora e mezza delle vette e dei laghi, il Balanselmo, il Gran Lago, il lago Dragone che offriranno uno spettacolo in un ambiente incontaminato dove regnano nella quiete di queste alture diverse specie animali, tra cui la pernice bianca, molto timorosa e difficilissima da fotografare...
Lago del Piano Sud |
Lago Balanselmo, 2740 mt |
Gran Lago, 2845 mt |
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mercoledì 8 febbraio 2012
Lasciare le giuste impronte
Due passi is meglio che one!
Che significa, che se ai piedi abbiamo la giusta calzatura, possiamo, e faremo certamente, un passo in più, in tutta serenità, perchè non c'è come avere delle scarpe scomode che limita l'attività motoria e la voglia di passeggiare.anche dei più avventurosi.
Diciamo che per trascorrere una giornata tra amici sui prati e per sentieri, non è fondamentale indossare scarponcini da trekking o scarponi da montagna, ma un semplice paio di scarpe da ginnastica, leggere e comode possono toglierci il problema. Per una giornata...!
Chi invece decide di fare dell'escursionismo la sua passione o semplicemente crede che le scampagnate non si fermeranno certo alla gita della domenica con gli amici, ma, seguiranno altre escursioni, ecco che diventa la scelta migliore l'acquisto della calzatura che ci "porterà" verso le nostre ambite mete...
Riflettendo su quanto sia intelligente optare per la giusta calzatura, non resta che recarsi in un negozio, o magazzino per effettuare il nostro acquisto.
Esistono diversi fattori che determineranno la scelta della nostra calzatura.
In sintesi:
- la suola, con un buon grip, per non scivolare (o scivolare meno..)
- il rinforzo sulla caviglia, che aiuta a contenere le storte
- la solidità, nella parte bassa attorno al piede e sulla punta, perchè in montagna, non è raro battere su pietre e rocce, il dovuto rinforzo farà apprezzare di molto il nostro scarpone.
- il peso, a nessuno fa piacere avere oltre il peso dello zaino, anche quello ai piedi...specie in salita.
infine, ma non per importanza,
- il materiale.
Un idoneo materiale è il GoreTex, capace di garantire traspirazione e tenuta stagna contro le infiltrazioni d'acqua, grazie a questa tecnologia, basata su un sistema multistrato di tessuti che presentano migliaia di microfori consente la fuoriuscita del vapore prodotto dalla sudorazione umana ma non infiltrazioni esterne dato che i fori sono circa 20.000 volte più piccoli di una goccia d'acqua.
Va da sè che il GoreTex trova impiego nell'abbigliamento sportivo specie nell'alpinismo e negli sport estremi proprio per questa sua grande caratteristica.
Uno scarponcino adatto, che contempli tutte queste caratteristiche, agevola di gran lunga l'esperienza della camminata in montagna, provare per credere.
Che significa, che se ai piedi abbiamo la giusta calzatura, possiamo, e faremo certamente, un passo in più, in tutta serenità, perchè non c'è come avere delle scarpe scomode che limita l'attività motoria e la voglia di passeggiare.anche dei più avventurosi.
Diciamo che per trascorrere una giornata tra amici sui prati e per sentieri, non è fondamentale indossare scarponcini da trekking o scarponi da montagna, ma un semplice paio di scarpe da ginnastica, leggere e comode possono toglierci il problema. Per una giornata...!
Chi invece decide di fare dell'escursionismo la sua passione o semplicemente crede che le scampagnate non si fermeranno certo alla gita della domenica con gli amici, ma, seguiranno altre escursioni, ecco che diventa la scelta migliore l'acquisto della calzatura che ci "porterà" verso le nostre ambite mete...
Riflettendo su quanto sia intelligente optare per la giusta calzatura, non resta che recarsi in un negozio, o magazzino per effettuare il nostro acquisto.
Esistono diversi fattori che determineranno la scelta della nostra calzatura.
In sintesi:
- la suola, con un buon grip, per non scivolare (o scivolare meno..)
- il rinforzo sulla caviglia, che aiuta a contenere le storte
- la solidità, nella parte bassa attorno al piede e sulla punta, perchè in montagna, non è raro battere su pietre e rocce, il dovuto rinforzo farà apprezzare di molto il nostro scarpone.
- il peso, a nessuno fa piacere avere oltre il peso dello zaino, anche quello ai piedi...specie in salita.
infine, ma non per importanza,
- il materiale.
Un idoneo materiale è il GoreTex, capace di garantire traspirazione e tenuta stagna contro le infiltrazioni d'acqua, grazie a questa tecnologia, basata su un sistema multistrato di tessuti che presentano migliaia di microfori consente la fuoriuscita del vapore prodotto dalla sudorazione umana ma non infiltrazioni esterne dato che i fori sono circa 20.000 volte più piccoli di una goccia d'acqua.
Va da sè che il GoreTex trova impiego nell'abbigliamento sportivo specie nell'alpinismo e negli sport estremi proprio per questa sua grande caratteristica.
Uno scarponcino adatto, che contempli tutte queste caratteristiche, agevola di gran lunga l'esperienza della camminata in montagna, provare per credere.
Un esempio di scarponcino da trekking, il modello Trango di casa La Sportiva |
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lunedì 6 febbraio 2012
Ru Cortaud
In Val d'Ayas, in ombra, in piano.
Un'escursione semplicissima, adatta a qualsiasi tipo di escursionista, di fatto questa è proprio una passeggiata.
Il bello, è senza dubbio, il fatto che parte del percorso è in ombra, accanto al "Ru", lo stretto canale che ci accompagna lungo tutto il percorso, all'ombra di un fresco sottobosco, tra funghi e aghi di larice.
Si intuisce dunque, che è la classica gita estiva, per uscire dall'afa che caratterizza le torride estate sul cemento urbano.
Siamo in Val d'Ayas e come sempre lasciamo l'autostrada A5 per Aosta,
uscendo al casello di Verrès, si risale in direzione Brusson, si segue fino al paese di Corbet dove si svolta a sinistra e si sale fino ad Antagnod.
In paese prestare attenzione all'indicazione ( svolta a sinistra) per Barmasc con il suo parcheggione.
Da qui imbocchiamo a piedi il sentiero numero 2 (lo stesso che porta al Monte Zerbion) e ad un certo punto, appena usciti da un bosco, noteremo il canale col sentiero che lo costeggia.
Lo seguiremo andando a destra sul sentiero numero 5 e presto ci ritroveremo ancora in bosco su un sentiero del tutto pianeggiante con tanto di panche dove potersi anche talvolta riposare.
Come abbiamo detto, la gita ci consente un'esperienza di relax, una passeggiata per respirare ossigeno a pieni polmoni, dimenticare lo stress, e perchè no, concedersi anche un ristoro un po' meno all'avventura, insomma, questa volta, al seguito si può anche evitare di portare il pranzo al sacco, ci si può permettere una sosta all'agriturismo Corneil che si incontra per strada, dove offrono prodotti locali, ottenuti dalla mungitura del latte delle mucche dei loro alpeggi.
Troviamo infatti sia latte fresco, che formaggi e dolci quali budini, mousse, panna cotta e gli immancabili salumi tra cui la mocetta.
Tra i dolci vanno annoverate anche le crostate ai mirtilli e castagne sciroppate. Per andare a colpo sicuro sarebbe meglio telefonare per informazioni al 347 31 82 418
Lasciato l'agriturismo, per digerire, facciamo ancora 2 passi, proseguendo nello stesso senso di marcia, sul sentiero 5, fin quando vogliamo, riscaldati dal sole sui prati, a quota 1960mt. circa.
Il Ru Courtaud, è un canale irriguo che vede la sua costruzione nel lontano 1300 e congiunge l'alpeggio Courtaud al Col di Joux
DETTAGLI ESCURSIONE:
Partenza: dal parcheggio di Barmasc
Tempo di salita: 2h 15m circa
Difficoltà:T
Segnavia: 2, 5
Un'escursione semplicissima, adatta a qualsiasi tipo di escursionista, di fatto questa è proprio una passeggiata.
Il bello, è senza dubbio, il fatto che parte del percorso è in ombra, accanto al "Ru", lo stretto canale che ci accompagna lungo tutto il percorso, all'ombra di un fresco sottobosco, tra funghi e aghi di larice.
Si intuisce dunque, che è la classica gita estiva, per uscire dall'afa che caratterizza le torride estate sul cemento urbano.
Siamo in Val d'Ayas e come sempre lasciamo l'autostrada A5 per Aosta,
uscendo al casello di Verrès, si risale in direzione Brusson, si segue fino al paese di Corbet dove si svolta a sinistra e si sale fino ad Antagnod.
In paese prestare attenzione all'indicazione ( svolta a sinistra) per Barmasc con il suo parcheggione.
Da qui imbocchiamo a piedi il sentiero numero 2 (lo stesso che porta al Monte Zerbion) e ad un certo punto, appena usciti da un bosco, noteremo il canale col sentiero che lo costeggia.
Lo seguiremo andando a destra sul sentiero numero 5 e presto ci ritroveremo ancora in bosco su un sentiero del tutto pianeggiante con tanto di panche dove potersi anche talvolta riposare.
Come abbiamo detto, la gita ci consente un'esperienza di relax, una passeggiata per respirare ossigeno a pieni polmoni, dimenticare lo stress, e perchè no, concedersi anche un ristoro un po' meno all'avventura, insomma, questa volta, al seguito si può anche evitare di portare il pranzo al sacco, ci si può permettere una sosta all'agriturismo Corneil che si incontra per strada, dove offrono prodotti locali, ottenuti dalla mungitura del latte delle mucche dei loro alpeggi.
Troviamo infatti sia latte fresco, che formaggi e dolci quali budini, mousse, panna cotta e gli immancabili salumi tra cui la mocetta.
Tra i dolci vanno annoverate anche le crostate ai mirtilli e castagne sciroppate. Per andare a colpo sicuro sarebbe meglio telefonare per informazioni al 347 31 82 418
Lasciato l'agriturismo, per digerire, facciamo ancora 2 passi, proseguendo nello stesso senso di marcia, sul sentiero 5, fin quando vogliamo, riscaldati dal sole sui prati, a quota 1960mt. circa.
Il Ru Courtaud, è un canale irriguo che vede la sua costruzione nel lontano 1300 e congiunge l'alpeggio Courtaud al Col di Joux
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lunedì 30 gennaio 2012
Lago Blu in Val d'Ayas
Nel blu, dipinto di blu, felice di stare lassù...
Nulla da invidiare al verde smeraldo delle coste della Sardegna... il colore di questo lago ha dell'incredibile...
il suo nome, Lago Blu è quantomai azzeccato.
Dopo una passeggiata di circa un'ora e mezza, al massimo due, partendo dal paesino di Saiin Jacques sulla caratteristica stradina in pietra, si attraversa il vallone di Verro, proprio al fondo della Val d'Ayas, e si giunge in questo luogo incantato con la cornice del massiccio del Monte Rosa.
Per raggiungere Saint Jacques, lasciata l'autostrada A5 al casello di Verrès, si risale tutta la Val D'Ayas, e superato il paese si parcheggia il mezzo e si parte, imboccando il sentiero contrassegnato col numero 7.
Seguendo il sentiero 7 si giunge nel cuore del vallone, al Pian di Verra e successivamente si incontra anche
l'omonimo torrente che ci accompagnerè sino al punto in cui il sentiero si inerpica un po' di più.
Un ultimo sforzo e le nostre fatiche saranno ricompensate da un lago quanto mai "colorato", da ampi spazi e posticini dove sistemarsi per il pranzo e il relax.
DETTAGLI ESCURSIONE:
Partenza: da Saint Jacques
Tempo di salita: 1h 30m circa
Difficoltà: E
Segnavia: 7
Nulla da invidiare al verde smeraldo delle coste della Sardegna... il colore di questo lago ha dell'incredibile...
il suo nome, Lago Blu è quantomai azzeccato.
Dopo una passeggiata di circa un'ora e mezza, al massimo due, partendo dal paesino di Saiin Jacques sulla caratteristica stradina in pietra, si attraversa il vallone di Verro, proprio al fondo della Val d'Ayas, e si giunge in questo luogo incantato con la cornice del massiccio del Monte Rosa.
Per raggiungere Saint Jacques, lasciata l'autostrada A5 al casello di Verrès, si risale tutta la Val D'Ayas, e superato il paese si parcheggia il mezzo e si parte, imboccando il sentiero contrassegnato col numero 7.
Piana di Verra inferiore |
l'omonimo torrente che ci accompagnerè sino al punto in cui il sentiero si inerpica un po' di più.
Torrente di Verra |
Lago Blu, 2215 mt |
Lago Blu, 2215 mt |
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Val d'Ayas
domenica 29 gennaio 2012
Laghi di Palasina
Val d'Ayas, lago Battaglia, il Verde, il Lungo e il Pocio...
Bellissio posto in Val d'Ayas, i Laghi di Palasina offrono ampi sepazi verdi e riflessi stupendi.
Un ottima scelta per una giornata all'aperto, per un pic-nic e per un'esperienza fotografica molto interessante viste le forme morbide e i riflessi che l'ambiente offre.
Si raggiunge il paese di Brusson, una volta lasciata l'autostrada per Aosta al casdello di Verrès.
Giunti in Brusson, fare attenzione all'indicazione che sulla destra indica Estoul che raggiungeremo risalendo la strada sino al parcheggio, punto di partenza per diverse escursioni.
Lasciato il mezzo in questo parcheggio imbocchiamo il sentiero n.5
Lungo il tragitto troveremo anche un bivio per il Lago Litteran, volendo si può perdere una mezz'oretta per visitarlo, altrimenti, si prosegue fino nei pressi della località Palasina.
Incontreremo un grande masso in corrispondenza di un bivio, che a destra conduce al rifugio ARP mentre a sinistra prosegue verso i laghi Palasina.
In linea di massima tutto il percorso non è estremamente difficoltoso ma, anzi, per lunghi tratti è quasi pianeggiante, salvo un po' all'inizioo e in dirittura d'arrivo, quando ormai si deduce che i laghi sono prossimi.
Un ponticello in pietra farà da "ingresso" al lago della Battaglia.
In questa escursione sono indicati i laghi Battaglia e Verde a 2487mt, Pocia a 2518mt
e il lago Lungo a 2632mt.
Va detto però che il complesso dei laghi Palasina comprende anche il Lago Coliou a 2605mt e il
Lago Bringuez a 2519mt.
DETTAGLI ESCURSIONE:
Partenza: dal parcheggio di Estoul
Tempo di salita: 2h 30m circa
Difficoltà: E
Segnavia: 5 - 4/105 - 3C
Bellissio posto in Val d'Ayas, i Laghi di Palasina offrono ampi sepazi verdi e riflessi stupendi.
Un ottima scelta per una giornata all'aperto, per un pic-nic e per un'esperienza fotografica molto interessante viste le forme morbide e i riflessi che l'ambiente offre.
Si raggiunge il paese di Brusson, una volta lasciata l'autostrada per Aosta al casdello di Verrès.
Giunti in Brusson, fare attenzione all'indicazione che sulla destra indica Estoul che raggiungeremo risalendo la strada sino al parcheggio, punto di partenza per diverse escursioni.
Lasciato il mezzo in questo parcheggio imbocchiamo il sentiero n.5
Lungo il tragitto troveremo anche un bivio per il Lago Litteran, volendo si può perdere una mezz'oretta per visitarlo, altrimenti, si prosegue fino nei pressi della località Palasina.
Incontreremo un grande masso in corrispondenza di un bivio, che a destra conduce al rifugio ARP mentre a sinistra prosegue verso i laghi Palasina.
In linea di massima tutto il percorso non è estremamente difficoltoso ma, anzi, per lunghi tratti è quasi pianeggiante, salvo un po' all'inizioo e in dirittura d'arrivo, quando ormai si deduce che i laghi sono prossimi.
Un ponticello in pietra farà da "ingresso" al lago della Battaglia.
In questa escursione sono indicati i laghi Battaglia e Verde a 2487mt, Pocia a 2518mt
e il lago Lungo a 2632mt.
Va detto però che il complesso dei laghi Palasina comprende anche il Lago Coliou a 2605mt e il
Lago Bringuez a 2519mt.
Lago Battaglia |
Lago Pocia e sul retro il Battaglia |
Lago Battaglia 2487mt. |
Lago Lungo, 2632mt. |
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sabato 28 gennaio 2012
Il castello di Graines
L'ultima traccia di un feudo antico
Uscendo dall'autostrada per Aosta all'uscita Verrès, e risalendo la ormai nota Strada Regionale 45 in direzione Brusson, ci troviamo dopo 12 Km circa a un incrocio col cartello recante l' indicazione per raggiungere il castello di Graines
dopo circa un paio di km, parcheggiare il mezzo lungo la strada, in prossimità dell'indicazione che indica il sentiero per raggiungere il castello.
Facciamo 2 passi e quello che ci si presenta dinanzi è un antico castello, o meglio, ciò che ne rimane...
Si tratta infatti dei ruderi di una struttura risalente al VI secolo, testimonianza dell'antico feudo di Graines,
e che pare essere abbandonata dal lontano 1727
Il castello non è custodito ed è possibile esplorarlo, non è molto grande, scoprire qualche dettaglio e immaginare tempi lontani
E' presente anche la cappella, che era dedicata a San Martino
Come ogni castello, anche questo era situato in un punto strategico e rialzato, dunque panoramico.
Essendo poco o per niente frequentato è possibile pranzare al sacco in tutta tranquillità... come dei Signori!
Esiste anche una leggenda che narra di un tesoro sepolto sotto al castello....
Per ogni dettaglio, cenni storici e informazioni più approfondite: www.castellodigraines.it
ATTENZIONE:
dato lo stato di abbandono del rudere, è possibile che sia interdetto l'accesso al pubblico per motivi di sicurezza.
DETTAGLI ESCURSIONE:
Partenza: dala strada che conduce a Graines
Tempo di salita: 5 minuti
Difficoltà: T
Uscendo dall'autostrada per Aosta all'uscita Verrès, e risalendo la ormai nota Strada Regionale 45 in direzione Brusson, ci troviamo dopo 12 Km circa a un incrocio col cartello recante l' indicazione per raggiungere il castello di Graines
dopo circa un paio di km, parcheggiare il mezzo lungo la strada, in prossimità dell'indicazione che indica il sentiero per raggiungere il castello.
Facciamo 2 passi e quello che ci si presenta dinanzi è un antico castello, o meglio, ciò che ne rimane...
Si tratta infatti dei ruderi di una struttura risalente al VI secolo, testimonianza dell'antico feudo di Graines,
e che pare essere abbandonata dal lontano 1727
Il castello non è custodito ed è possibile esplorarlo, non è molto grande, scoprire qualche dettaglio e immaginare tempi lontani
E' presente anche la cappella, che era dedicata a San Martino
Come ogni castello, anche questo era situato in un punto strategico e rialzato, dunque panoramico.
Essendo poco o per niente frequentato è possibile pranzare al sacco in tutta tranquillità... come dei Signori!
Esiste anche una leggenda che narra di un tesoro sepolto sotto al castello....
Per ogni dettaglio, cenni storici e informazioni più approfondite: www.castellodigraines.it
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dato lo stato di abbandono del rudere, è possibile che sia interdetto l'accesso al pubblico per motivi di sicurezza.
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